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WATER IS LIFE (lun 10 agosto) 

Andiamo per punti. 

Ultimo giorno dei ragazzi a scuola. 

È stata la mattina dei saluti ai bimbi di scuola che rientrano a casa per un po' di vacanza fino al primo settembre, e all'ingresso della scuola si è creato un capannello di venditori di caramelle e biscotti, stile evento musicale o sportivo. 

Molti di questi bimbi e ragazzi dovranno affrontare anche viaggi molto lunghi per arrivare alle loro case e non tutti hanno i genitori o i parenti ad attenderli all'uscita: per questo fa molta tenerezza osservarli, piccoli e grandi, contrattare al ribasso il prezzo con i taxisti del posto (il taxi è un motorino, chiamato piki piki) in perfetto stile africano. 

Questo momento è stato molto significativo ed ha messo in evidenza il forte legame che si è instaurato con i bambini in queste settimane: molti saranno i nomi e i volti che ricorderemo per sempre come qualcosa in più che una semplice esperienza. Per questo nasce anche un po' di rammarico per non avere avuto la possibilità di poter dedicare loro più tempo, forse avremmo potuto fare di più. 


Inaugurazione della Cisterna Lorenzo e della Cisterna mobile. 

Oggi, alla presenza dei bambini della scuola, dei maestri, dei professori e della comunità della parrocchia Holy Family, abbiamo inaugurato la Cisterna in ricordo del giovane Lorenzo Ghedi (costruita grazie al contributo dei suoi genitori, in ricordo della prematura e drammatica scomparsa del loro figlio) e la Cisterna mobile (ottenuta con il contributo della Quaresima di fraternità della Parrocchia S.S.Trinità di Nichelino e dell'Associazione Sognavamo l'Africa). 

Questo momento è stato molto intenso: nessuna comunità può far a meno dell'acqua, e la costruzione di una cisterna fissa da 100.000 litri per la raccolta dell'acqua piovana e l'acquisto della cisterna mobile da 3000 litri, per poter gestire le situazioni di estrema emergenza acqua, come quelle vissute nello scorso gennaio e febbraio 2015, sono il contributo concreto, che unisce e lega in modo indissolubile le nostre comunità. 

Father Christopher ha voluto celebrare con la Benedizione solenne questo momento fondamentale per l'intera Comunità scolastica degli 800 bambini. 


Curiosità 

Una nostra delegazione femminile (Rossella, Silvia, Sara e Isabella) si è avventurata nella visita al mercato di Khibugno, un villaggio a venti chilometri da Siongiroi: obiettivo era quello di acquistare materiale come stoffa e cerniere, necessari allo svolgimento delle attività pratiche della scuola professionale di sartoria, nuova attività che Father Christopher sta avviando per giovani ragazze che, terminato il percorso scolastico, non hanno le possibilità economiche per poter continuare gli studi. 

Pare sia stata una visita piuttosto divertente! 

Intanto le due nostre esperte nell'ambito dell'odontoiatria (Rossella e Sara) hanno avuto modo di accostarsi alle tecniche locali di cura dentale (non sono sembrate molto convinte da questi banditori "chilometro zero"!). 

Inoltre abbiamo avuto modo di apprendere dai network locali che quattro donne muzunghe hanno diffuso il panico in un mercato di un villaggio ai confini del Masai Mara, perché circolavano tra la gente armate di Chibugno (una sorta di manganello in legno), l'arma di difesa in genere utilizzato dai capi famiglia delle tribù. Qui a Siongiroi ci è sorta spontanea la domanda che le Charlie's Angels del Kenya fossero proprio le nostre quatto conoscenze in missione, ma nessuno ovviamente ha osato porre loro direttamente questa domanda. 


 

VOGLIA DI STARE (mar 11 e mer 12 agosto)
 
Passo dopo passo tutto si trasforma e prende forma. 
Sono arrivata qui oramai da più di due settimane con il mio passo veloce e deciso: l'unica aspettativa reale dei primi giorni era quella di provare a indossare le scarpe di questa gente! 
Fin da subito però rimango spiazzata dal fatto che il più delle volte non indossano scarpe... Ed allora provo semplicemente a porgere la mano e camminare accanto, ma mentre per me è istintivo cercare un suolo asciutto e ben saldo, per loro risulta più sicuro il morbido fango. "Non vedo l'ora che tu possa provare la pioggia di Siongiroi" mi dice più volte Chris nei primi giorni ed in effetti la reale trasformazione inizia solo quando le mie all star bianche di tela si perdono letteralmente in una pozza nera di fango e minuto dopo minuto la fredda terra bagnata inizia ad insediarsi tra le dita. La prima sensazione è quella di disagio ma poi proprio da qui parte il mio sentirmi "parte"! 
Chi come Sara ha già fatto esperienze del genere confida di aver fatto fatica a scrollarsi di dosso quella che chiamiamo generalmente "schizzinosità europea" perché è ipocrita dire che quei puzzosi e moccolosi bambini, che ti si appiccicano al corpo dal primo istante in cui li incontri, non ti facciano venire la voglia immediata di Amuchina, ma poi attimo dopo attimo senti sempre più preponderante la persona. In effetti Isa ci confida che è un po' come la sensazione che si prova quando una persona a te cara sta male e ti ritrovi a fare cose impensabili fino al giorno prima. Quando instauri rapporti personali importanti incentrati sulla condivisione si va oltre il primo approccio e diventa solo fondamentale trasmettere ciò che più ti sta più a cuore. Quel prendersi cura somiglia molto alla carezza quotidiana di Dio nella nostra vita. Ed allora capita che il film che trasmetti per i bambini diventi sì un momento di svago che anima la popolazione del villaggio, ma soprattutto un momento in cui per esempio un bimbo si addormenta pacifico e sereno tra le braccia del suo rafiki grande Edoardo che amorevolmente lo coccola e cerca di stare immobile per riscaldarlo con il proprio corpo.  
Le trasformazioni però non sono cosa solo dei muzungu, abbiamo parlato durante il nostro primo diario a Siongiroi dell'istituto di formazione che padre Christopher (uomo dalle mille risorse) ha avviato per le giovani donne che non si possono permettere un'istruzione superiore o che per ragioni personali hanno bisogno di ritrovare le motivazioni per crearsi un futuro migliore; in quell'occasione avevamo incontrato giovani ed anziane, insieme come nelle migliori famiglie. Dopo aver letteralmente saccheggiato i mercati locali di coloratissimi kanga (tessuti utilizzati dalla popolazione locale), cerniere e bottoni, abbiamo deciso di darci al taglio e cucito. E le radici sono riaffiorate perché le grandmothers di molte donne italiane in soffitta o nel soggiorno tenevano con cura la vecchia Singer: chissà nonna Pina come sarebbe fiera di vedermi tra le giovani ragazze intenta a tagliare e cucire nuovi modelli di borse e portatorte e nonna Marisa sarà sbalordita nel vedere ritornare le sue nipotine con forbici ed ago infilato pronte per un corso avanzato. Con le ragazze e per le ragazze abbiamo ritrovato delle abilità manuali inaspettate che ci hanno rese esempio concreto di cosa si possa fare con passione e tenacia. Nessuna di noi è realmente una sarta e non abbiamo avuto la pretesa di insegnare un lavoro ma come ha ben detto Silvia "spero che questa volta loro sperimentino la passione che ci mettiamo noi nel venire qui per vedere la nostra vita trasformata e provino ad impiegarla per cambiare la loro e crearsi un futuro migliore". Ecco allora che con molta pazienza abbiamo tutte insieme dato una risistemata all'aula ed abbiamo studiato i modelli da riprodurre. Obiettivo fino alla nostra partenza: creare manufatti da portare in Italia per allestire mercatini di beneficenza il cui ricavato sarà devoluto per la loro crescita. La reticenza iniziale, giustificata oserei dire vista la foga con cui le abbiamo letteralmente assalite, ha lasciato spazio ad un pieno coinvolgimento, soprattutto quando anche noi abbiamo abbandonato le mire di produttività per farci coinvolgere da un pomeriggio di musica e complicità circondate dai sempre presenti bambini del villaggio. Tutte felici siamo ritornate in casa con la consapevolezza che entrare nella loro cultura in punta di piedi è sempre la scelta giusta pur non dimenticando che si cresce per emulazione e dando loro un esempio concreto possiamo far nascere nuove e forti passioni. La cultura del lavoro è un aspetto che ci tocca molto perché è evidente il gap di sviluppo che pur con molto rammarico non possiamo colmare noi con il nostro apporto. 
 
Mentre le donne si occupano di questi aspetti formativi, gli uomini sono completamente assorbiti dalle misurazioni della scuola per la costruzione di pensiline, dalla ricerca di materiali economicamente vantaggiosi nei negozi di materiale edile e dalla progettualità che gira intorno all'argomento acqua per arrivare preparati all'incontro con la compagnia di Nairobi per il pozzo. Proprio per non tralasciare nessun particolare, durante i vari safari padre Christopher si è fermato in una "oasi ecosostenibile" all'interno della quale è stato costruito un pozzo (per cui hanno dovuto trivellare 100 mt) con cui riescono ad innaffiare ogni tipo di pianta (curiosi i fagioli indiani che necessitano di pochissima acqua per crescere). Dopo aver mangiato pranzo da Mery e Joseph - proprietario di tutto ciò e maestro in pensione che ha deciso di creare una scuola sul suo terreno - durante la visita nella foresta molto curiosa è stata una lezione a cielo aperto tenuta da due ex allievi oramai universitari che condividevano consigli di vita. Il percorso di ritorno, con la tappa finale al fiume, ha reso la gita davvero indimenticabile dando senso alla frase "dove c'è acqua c'è vita"! 
A seguito di questi approfondimenti e soprattutto delle conversazioni intrattenute con padre Christopher risulta sempre più importante dotare la realtà di Siongiroi di un mezzo come un piccolo trattore che possa agevolare sia l'utilizzo della cisterna mobile, che l'avvio del progetto orto e non ultimo il trasporto di materiali edili verso la scuola.  

Curiosità  
I nostri pomeriggi nel villaggio vengono movimentati spesso da inviti ufficiali dei vicini di casa, anzi di capanna, o dei bimbi della Holy Family, che ora in vacanza hanno più tempo a disposizione per rafforzare rapporti di amicizia con i giovani del nostro gruppo. Oggi Lorenzo ci ha portati a casa di Denis, io ed Isa, che conosceva già la famiglia, ci siamo avviati con loro e subito la cosa che ci ha stupite è stata che ad accompagnarci in questa visita c'erano anche almeno altri 6 bimbetti del villaggio che così come noi sono stati fatti accomodare, serviti e riveriti alla stregua dell'ospite principale. In Italia non credo che questo sarebbe mai successo.... La vita veloce di molte mamme non permette una merenda con il compagnetto, ancor meno con degli ospiti inattesi! A questa considerazione condivisa con Simon il papà di Denis è scoppiata una sana risata ed abbiamo intrapreso una conversazione per rispondere alle tante curiosità che avevano sui nostri stili di vita. È stato un bel momento di scambio in cui è emersa sempre la voglia di stare! Stare è il verbo che sto usando di più in assoluto in questo viaggio meraviglioso perché non è importante cos'è stato o cosa sarà ma è importante oggi stare in mezzo a loro.  
 
L'AFRICA IL POSTO CHE STA DENTRO IL CUORE DI OGNI BAMBINA (gio 13 e ven 14 agosto)
 
Il Kenya è il sorriso dei bambini.
Il Kenya è il cinguettio degli uccellini.
Il Kenya è trovarsi a mangiare e bere ovunque mandasi e chai.
Il Kenya è accarezzare il bimbetto che si è addormentato su di te in cerca di coccole.
Il Kenya è il Kenya e non si può descrivere quello che si prova qui finché non si odora, non si vede, non si ascolta, non si tocca e non si assaggia in prima persona.
 
Tutto quello che sta nel profondo del mio cuore oggi è un posto Magnifico, Spettacolare, Incredibile chiamato "Africa". 
Molto emozionante è vedere un tramonto su una collinetta che ormai è diventata un'azione abituale. 
 
 
 
Qua essere stupita non è una novità. 
Ieri alcuni bambini, mentre giocavamo, mi hanno chiesto dell'acqua e presa dal panico sono andata subito a chiederne a Gennifer, la ragazza che ci prepara il pranzo e la cena, che mi ha dato una tazza per quindici bambini. Quel poco è stato per loro sufficiente e così un goccio a testa presto hanno terminato la tazza e sono ritornati a giocare felici. Non era una Coca cola... Era semplice acqua. 
Qua una delle cose che ti sorprende è che le persone anche se hanno poco te lo offrono e per riconoscenza capita che una bimba ti porti un semplice fiore. Il più bel fiore mai visto.
 
Da quando sono qua mi dicono di usare i sensi ed allora pensandoci un po' uno dei sensi che uso molto spesso è la vista: 
L'alba ed il tramonto
Il paesaggio qui intorno 
Gli occhi ed i sorrisi dei bambini
 

 
I tanti animali in casa, cani e gatti ma anche le mie amate galline a cui do da mangiare ogni giorno e le mucche che ho provato a mungere... A proposito ho un problema, Chris mi ha regalato una delle mucche, dite che ci starà in aereo?
 
Ecco Siongiroi e Nichelino, due città completamente diverse eppure così vicine, sarà perché sono qua da quasi un mese e perché sono libera di girare nella campagna, ma oramai qui tutto è casa!
 
CURIOSITA'
 

 
Io aggiungerei un nuovo nano alla favola di Biancaneve e si chiama Ciucciolo. Ha sette anni ed è un bambino del villaggio con cui gioco tutti i giorni. Questa settimana ce lo siamo portati con altri bimbi all'Holy Family per passare qualche ora insieme a scuola a giocare nel grande campo da calcio. Mentre cerca di calciare una palla, l'arbitro lo blocca perché lo crede troppo piccolo, ma lui non si dà per vinto e mentre i grandi discutono se possa o meno giocare, lui prende la rincorsa e calcia forte a piedi nudi il pallone di cuoio scartando anche un tredicenne! Alla fine della partita, pronti per tornare al villaggio ce lo perdiamo e, dopo un'accurata ricerca, lo ritroviamo in coda alla mensa per un pasto scroccato velocemente. 
 
E questa è l'osservazione di una bambina di dieci anni che spera di fare una pagina di Diario all'altezza degli altri.
 

 
NOTIZIE DALL'ITALIA
Buongiorno compagni. Sono tornato da 5 giorni ormai e quindi diciamo che la normalità ha ricominciato a farsi sentire. Ho ancora attimi di meravigliosa confusione e smarrimento dovuti al fatto che tutto ciò che mi circonda ha altri colori, altri suoni, altri odori... davvero l'Africa manca... davvero mancate voi... leggo il diario con i miei nonni e vi penso attendendo un noiosissimo trofeo Tim e un cielo notturno lontano dal vostro... Un bacione e sempre e solo forza Toro (che non ha ancora comprato nessuno ma siamo vicini a Belotti).
Fabio
 

QUESTI OCCHI CHE ANCORA RINGRAZIANO DI ESSERE QUI (sab 15 e dom 16 agosto)

Raccontare e condividere l'Africa per me è un'impresa sempre piuttosto ardua e mancano le parole: spesso la tentazione è quella di alzare le mani e lasciare che gli altri assaporino la mia esperienza grazie all'emozione che scaturisce dal mio sguardo. Come dice Carola, il Kenya non si può spiegare, si deve vivere.

In questi due giorni così densi i discorsi notturni parlano di nostalgia: etimologicamente la parola nostalgia significa dolore per il ritorno, desiderio di qualcosa che si è vissuto ma che non c'è più.

Noi missionari per caso ci rendiamo conto di provare questa sensazione già prima di partire: una nostalgia che prende tutti i sensi, ci attanaglia e ci scombussola tutti. Rossella si domanda come sia possibile vivere la Saudade ancora con i piedi che percorrono queste strade ma non trovando risposta forse l'unica cosa da fare è cibarsi di questo mondo il più possibile senza perdersi un solo istante.

La nostra nostalgia parla degli sguardi di questi bimbi: nei loro occhi c'è qualcosa, ci siamo noi, colpiscono fino in fondo e allineano l'anima; ma è anche nostalgia per gli abbracci e le strette di mano di adulti e anziani che sembrano volerti assaggiare.

Questi occhi ancora ringraziano di essere qui, in questo posto che affascina e rende tutto confuso.

Sabato pomeriggio si è riunita l'associazione delle donne insieme alla scuola professionale, due realtà che stanno crescendo e prendendo forma: è un'emozione indescrivibile vedere gli occhi fieri di queste ragazze e anziane quando durante la messa vengono esposte fuori dalla chiesa borse e portapenne prodotti in queste settimane. La passione è palpabile, si può respirare e tutto ciò ci riempie della speranza che ci possa essere un futuro di cambiamento e riscatto per queste donne che si mettono in gioco e credono in ciò che fanno.


Mi sono affezionata davvero molto a questo sogno mosso dalla forza di una passione condivisa: abbiamo deciso di rendere migliore il luogo in cui lavorano le ragazze ridipingendo l'aula della scuola professionale con l'impeccabile manodopera degli uomini messa a dura prova dalla lamiera rovinata e arrugginita. Inoltre qui in Kenya vi è la tradizione di dotare ogni scuola di un motto, il nostro è: "with God everything takes shape". Il tocco di Dio dà colore ai nostri sogni, alle nostre speranze e a quelle di queste giovani donne.


Questi occhi ringraziano di poter vivere insieme a questa splendida comunità il matrimonio di Paolo e Isabella nell'occorrenza del loro venticinquesimo anno di matrimonio: nella messa di domenica vengono accolti con canti e balli affascinanti a cui noi ragazze prendiamo parte perché in questo modo si prega tre volte Dio grazie alla preghiera che diventa canto e avvolge con fantastiche danze. Così questa promessa di amore eterno non è più dono prezioso di Isa e Paolo ma diventa testimonianza della grandezza dei progetti di Dio di fronte a tutta la comunità. Paolo commosso riflette sul fatto che l'Africa fa fare cose inimmaginabili: difficile pensarli in un altro posto a sfilare e danzare con abiti da matrimonio tipici del posto. Forse altrove non avrebbe mai messo quel cappello e quella giacca alla Fred Flinstone; Isa ringrazia per la cura impeccabile di Padre Christopher nei nostri confronti: tutto ciò che fa è la certezza della presenza di Dio. Per noi giovani questa conferma di matrimonio è speranza per un futuro di amore e condivisione che non rimane chiuso nella coppia ma si trasforma e coinvolge tutte le persone che la circondano.


La messa di domenica è dedicata anche al saluto di noi wazungu alla comunità di Siongiroi: le ragazze vengono vestite con abiti keniani e i ragazzi con coperte da Masai tutto a ritmo di musica con le parole "kongoi Baba ... grazie Dio". Giovani, adulti e anziani di Siongiroi ringraziano per la nostra presenza, per i nostri insegnamenti e per la nostra testimonianza di fede: per una giovane ragazza come me tutto ciò è toccante ed allo stesso tempo incredibile nella consapevolezza che con la mia umile presenza il bagaglio che io mi porterò a casa è di gran lunga superiore a ciò che io posso aver lasciato loro. I miei occhi e quelli di tutti i miei compagni di viaggio non riescono a trattenere le lacrime perché ogni ringraziamento, ogni stretta di mano, ogni abbraccio creano nuova commozione. È una celebrazione così bella da lasciarci senza forze.


E con la nostalgia per qualcosa che stiamo iniziando a salutare i nostri occhi ancora ringraziano per il tramonto mozzafiato che ci viene donato la sera in compagnia dei nostri piccoli amici, i bimbi del villaggio. È proprio vero che nulla avviene per caso.

I nostri occhi ancora ringraziano di essere qui.


 
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