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L'AFRICA E' - di Renato Amatteis

L'Africa è, di Renato Amatteis

L'Africa è un pic-nic seduti a pochi metri di distanza da un ippopotamo che fa pigramente il bagno, un elefante che cammina maestoso e solitario, una giraffa che scruta l'orizzonte. Liberi, non chiusi in uno zoo.

L'Africa è un bambino che lava, in una carriola piena di acqua putrida, il piatto in cui domani (forse) mangerà di nuovo.

L'Africa è il luogo in cui il tempo non esiste, non sai mai quando parti, né quando arrivi. Eppure vivi ugualmente.

L'Africa è una famiglia di (almeno) 15 figli, altrimenti non puoi dire che sia una famiglia benedetta da Dio.

L'Africa è il piacere di una doccia, perché, sì, ogni tanto piove anche qui e puoi farti la doccia.

L'Africa è la strada polverosa che diviene un fiume di fango e la jeep slitta da paura ed è come andare sulle montagne russe, ma gratis.

L'Africa è guardare il cielo stellato nella savana.

L'Africa è camminare per strada ed incontrare ogni giorno perfetti sconosciuti che ti invitano a pranzo, perché l'ospitalità viene prima di tutto.

L'Africa è non sentirsi mai soli.

L'Africa è avere la propria mano stretta, abbracciata, dalla mano di un bambino, per ore ed ore ed ore. Come se fosse il tesoro più bello.

L'Africa è uno sguardo di curiosità.

E' la timidezza di una domanda.

Il desiderio di una carezza.

Il suono indimenticabile di una risata.

L'Africa è lo sconcerto che provi, quando ormai pensavi di avere capito tutto di quel mondo, nel vedere una bimba color cioccolato fondente avvicinarsi a te per chiedere un semplice fazzoletto di carta come regalo d'addio. E' osservare i suoi occhi che si inumidiscono di lacrime di gioia allorché glielo doni, è sentirla dire che quello è il più bel regalo che abbia mai ricevuto, è vederla correre dalla sorella per dividerlo con lei, per averne un pezzo ciascuna. E capisci che sei finito in un altro mondo, molto più bello del tuo, e del tutto inatteso.

 

 

 

 

 

 

 

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