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DIARIO DI VIAGGIO DI SERAFINO LIA

(con Maurizio Ghedi, Paolo Daghero e Adriana Bellini)

 

Venerdì 17 febbraio 2017: "Ho capito che i sogni si realizzano!"

Giornata di viaggio, partenza all'alba con il buon Enrico che ci porta in aeroporto. Quanta ansia, quante aspettative, quanta trepidazione ed angoscia per chi hai lasciato a casa. Il primo volo che parte da Caselle per Francoforte passa in un momento, Maurizio ė un compagno di viaggio molto speciale, e fra mille discorsi il tempo trascorre piacevolmente, come l'attesa per il volo per Nairobi.

con maurizio

Il secondo volo, quasi interminabile, trascorre tra un sonnellino, un film ed i tanti pensieri che caratterizzano queste ore di viaggio. Penso a chi ho lasciato a casa, a Marie-Claire, a Lorenzo, a Matteo, ai miei genitori, a mio fratello, ai miei amici e compagni delle avventure nell'associazione e nella vita, a chi ha percorso negli anni questa tratta con il cuore pieno di amore per i bambini, i ragazzi e per tutto il mondo che ruota intorno a Siongiroi, alle famiglie che ci aiutano a sostenere le iniziative. Parlando con Maurizio emerge come la fatalità o un destino già scritto uniscano le nostre vite e i nostri ipotetici voleri. Non avrei mai potuto immaginare cosa sarebbe scaturito dal viaggio del 2011, non avrei mai creduto che questa sera ad attendermi all'arrivo a Nairobi ci sarebbe stato Paolo Daghero, persona speciale che ha accompagnato la mia adolescenza; forse con questo arrivo a Nairobi si conclude un periodo che mi ha personalmente cambiato la vita, sono arrivati due angeli che hanno saputo mitigare le sofferenze che si sono abbattute troppo pesantemente ed inaspettate, ma ora sono qui, con una voglia matta di cancellare tutto e di trascrivere quello che la vita vorrà donare. Vi ringrazio tutti, davvero tutti, la fotografia più bella siete comunque tutti voi che avete creduto a quattro improvvisati missionari ed al loro sogno. I sogni ho capito che si realizzano! Vi abbraccio tutti. Kiprono.

 

Sabato 18 febbraio 2017: "Tornando a casa dopo 1999 giorni di assenza..." 

Sono passati 1999 giorni dal mio saluto a Siongiroi. Prima di partire abbiamo fatto un giro a Nairobi per cambiare un po' di denaro, comprare le sim telefoniche, e fare qualche acquisto. Credo che per anni parleranno degli italiani venuti da Torino, perché Paolo e soprattutto Maurizio hanno condotto delle trattative, come dire, poco efficaci per ottenere le merci. Tutto, però, con il sorriso e la consapevolezza che, se hai acquistato un prodotto ad un prezzo non di mercato, comunque lo hai fatto perché in fondo sai di essere più fortunato rispetto alle persone che stanno trattando con te.

con david e verena

Dirvi cosa mi piace di questo posto non saprei. Mi sono gustato una tusker in compagnia di David e Verena, i due volontari del servizio civile che sono venuti a prenderci, godendomi ogni singolo momento, ogni attimo, osservando ogni dettaglio di tutto ciò che ci circonda. Anche la camminata dal centro commerciale a dove abbiamo dormito è stata ricca di suggestioni, la terra rossa contrastante con il luccichio del fuoristrada tirato al lucido, le bancarelle che vendono frutta e galline con i grattacieli in costruzione, il cielo blu che fa spiccare il bianco candido delle nuvole. Non saprò mai perché questo posto mi piaccia così tanto.


Poi l'incontro con John di Slow Food, un caro amico conosciuto in Italia tanti anni fa. Si gettano le basi per altre collaborazioni. Quanto vorrei avervi accanto, amici, ma la tecnologia non mi fa sentire solo. E in verità non sono solo.

Vi sto scrivendo seduto in ultima fila con accanto i ragazzi che dormono, Maurizio che parla e chiede informazioni. Tutto molto bello. Tutto molto africano. La strada trascorre fra mille sobbalzi, e tutti chiediamo a Maurizio di darci le indicazioni per l'autostrada, perché arrivando in aereo ha detto di avere visto l'autostrada per Siongiroi. Vi scrivo anche perchè l'attesa è molta e la voglia di rivedere il posto dove il cielo incontra la terra si fa impazienza. Dove a 1600 metri di altitudine 1000 bambini ci aspettano, dove 1000 tonalità di nero intoneranno canti di benvenuto appena domani ci vedranno. Dove secondo me Dio esiste e abita a Siongiroi.

Ora sono arrivato a casa, è quasi l'una di notte. Vi scrivo straziato dal letto. La mente viaggia a 1000. Christopher che ci aspettava davanti all'uscio di casa, e che sorpresa nel rivedersi e riabbracciarsi dopo così tanto tempo. L'accoglienza è sempre unica ed emozionante. E poi la cena ed ora a nanna in camera con il vecchio capo campo, come quando ero un adolescente o poco più. ‘notte. 

 

Domenica 19 febbraio 2017: Giornata di presentazioni e di festa  

La mia giornata inizia molto presto, alle 6.00 sono già sveglio, mi trattengo però dal saltar giù dal letto e recarmi a scuola e cerco di essere razionale e di aspettare di esser tutti insieme a recarci dai bambini. Alle 7.00 dico basta, mi vesto e faccio un giro intorno alla casa per vedere l'alba. Poi colazione con Christopher, quattro chiacchiere fra amici e lui scappa a celebrare una messa in una parrocchia vicina,  io aspetto che tutti si siano preparati e poi via, a scuola! 

Lungo il cammino, orde di bimbi accompagnano il nostro percorso, tutto è così "familiare" e sembra che il tempo sia fermo a 2000 giorni fa. Poi entro a scuola ed il delirio ha inizio. I bimbi come sempre ti circondano, ti accarezzano, ti guardano, ti domandano di tutti. Veniamo rapiti, Maurizio, Paolo, Adriana ed io veniamo trascinati per farci vedere il comprensorio scolastico, ma poi qualche ragazzo e ragazza un po' più grandi iniziano ad avvicinarsi ed a guardarmi con sospetto ed a chiedermi se sono Nino... sì, sono io, sono tornato da voi. Ci riconosciamo a vicenda, ci ritroviamo, loro un po' più grandi, io un bel po' più vecchio, ma ci abbracciamo e tutto riprende da dove ci eravamo lasciati sei anni fa.


Poi è tempo di partecipare alla messa, canti, balli e partecipazione sono al centro di questo mondo. Vi vorrei con me, cari amici, ma in qualche modo ci siete anche voi. Tutto è tremendamente suggestivo, è praticamente impossibile non sentirsi coinvolti. Soprattutto quando Maurizio viene chiamato per la benedizione della targa in memoria del figlio Lorenzo, che sarà affissa sulla scuola in costruzione che sarà terminata a breve. Poi tutto fila via con la consueta vestizione e il “karibu” di benvenuto della comunità rivolto a noi. 

La fine della messa è il momento delle foto, tutti ti vogliono salutare e tenerti con loro, ma Christopher ci richiama all'ordine e ci rechiamo in sacrestia per il pranzo. Sono le 15.30, la messa è solo durata 3 ore e 1/2.

Il resto del pomeriggio è l'occasione per parlare dei progetti futuri e per visitare il complesso scolastico. Ora siamo seduti tutti in soggiorno, stanchi ma con il cuore pieno di gioia. Ora sono tornato. 

P.S.: grazie Marie-Clare, di tutto, oggi eri con me, mi manchi, ma so che comprendi che l'amore che provo per questo posto è immenso. Grazie.

 

Lunedì 20 febbraio 2017: "Convinto il vescovo, persa la ruota di scorta!" 

La giornata inizia molto presto, alle 6.00 del mattino, poiché oggi ci sono parecchie persone da andare ad incontrare. Ci prepariamo e poi prendiamo la strada per Kericho, dove incontreremo il vescovo Ocombo per comprendere le cause del suo rifiuto a firmare i progetti che Engim ha proposto. La strada corre veloce e dai finestrini vediamo scomparire la nebbia che copriva il paesaggio ed emergere le immense distese di the. Tutto è così verde, mi ricordo che l'ultima volta proprio da queste parti ci eravamo fermati per assaggiare l'ananas appena raccolto. Lo rammento a Christopher, che subito ripropone a Paolo, Maurizio e Adriana la medesima situazione. Ci fermiamo in una scuola di sua conoscenza e visitiamo una piccola piantagione di banane ed ananas. Siccome l'ospitalità è sacra da queste parti, ci regalano un casco di banane e ci fanno assaggiate un ananas appena raccolto. Tutti rimangono sorpresi dal gusto di questo frutto e tutti concordano di non averne mangiato mai uno più buono. Riprendiamo il viaggio e arriviamo dal vescovo, il quale ci accoglie con cordialità, ma nell’aria si sente che qualcosa non va. Dopo più di due ore di discussioni finalmente promette di firmare i prossimi progetti. Siamo tutti contentissimi e andiamo a festeggiare in un ristorante dove assaporiamo ottime pietanze. 

Il viaggio continua verso Bomet, dove ci aspettano Verena e David per incontrare il capo ministro dell'acqua e, a seguire, il capo del dipartimento dell'istruzione della contea di Bomet. Entrambi gli appuntamenti ci regalano informazioni utili per il proseguo e per l'avvio di nuovi progetti. 

Ovviamente è tardi quando rientriamo verso casa, il viaggio si rivela più lungo del previsto perché nel pomeriggio ha piovuto e le strade sono una saponetta di fango, perdiamo la ruota di scorta posta sotto la macchina ed a seguire per due volte ci dobbiamo fermare per controllare lo stato del fondo dell'auto a causa della strada accidentata. Ma questa giornata non poteva finire così perché a due minuti da casa ci impantaniamo e siamo costretti a spingere l'auto per disincagliarla. Riusciamo e proseguiamo a piedi facendoci luce con la pila dei cellulari, ma siamo tutti contenti e felici. In fondo siamo in Africa.

 

Martedì 21 febbraio 2017: "Distribuendo penne a 1000 bambini." 

Anche questo giorno giunge al termine, con molta stanchezza ma con moltissima gioia per quello che abbiamo visto e fatto. Questa mattina Maurizio con l'ausilio mio, di Verena e di David, ha distribuito penne e matite per ogni singolo bambino della Nursery e della Primary. In ogni classe risuona il canto di benvenuti e si procede con le presentazioni e di seguito alla distribuzione del materiale donato da Maurizio e Family. Questo gesto è molto speciale perché si vede come questi bambini siano sempre molto grati nel ricevere un dono. Maurizio si dimostra un compagno di viaggio speciale ed è bello vederlo parlare, giocare e interagire con loro: mi sa che non basta un pullman per raccogliere tutti i bimbi che gli ruotano intorno.

 

A seguire abbiamo un incontro con tutte le personalità e delegazioni del posto per i problemi che affliggono questo villaggio, non ci sono solo richieste, ma si manifestano anche un confronto ed una voglia di collaborare fra noi. 


Dopo il pranzo comunitario, continuiamo la distribuzione delle penne e matite nelle classi della Secondary e poi, una volta finito tutto, iniziamo a giocare con loro nell'immenso giardino della scuola. 

Tutti sono contenti e felici, mentre per me dopo tanto tempo è come non esser mai andato via. 

 

Mercoledì 22 febbraio 2017: "Masai Mara". 

Non si è in Africa se... Oggi è giornata di relax con gita al Masai Mara, la sveglia è stata concordata per le 5/5.30 con partenza alle 6.00, ma un conto è la programmazione, altra cosa è la realtà locale. La macchina che doveva portarci non arriverà e Christopher scomoda molti suoi contatti per noleggiare un 4x4. Nell'attesa cerchiamo di far partire l'auto che ci ha accompagnato in questo giorni perché ha problemi di batteria, io alla guida, Verena e David a tenere una batteria ponte ed invece dei cavi usiamo due pezzi di ferro (ovvio, siamo in Africa), al trentesimo tentativo la macchina parte. Decidiamo di incamminarci verso la scuola, dove arriverà la macchina per la giornata, io, Verena, David e Paolo a piedi, mentre Padre Christopher, Adriana e Maurizio vanno in macchina a sperimentare le strade viscide e fangose che ci sono (ovviamente nella notte ha piovuto). Finalmente alle 9.47 siamo in macchina per il nostro Safari.


Non ci sono parole per descrivere il Masai Mara, tutti rimangono a bocca aperta nel vedere una tale vastità di terra, nel vedere da vicino rinoceronti, ippopotami, elefanti, iene, gazzelle, scimmie, coccodrilli, giraffe e sua maestà il leone. La colonna sonora non può che essere che "The lion sleeps tonight". Pranziamo in riva al Mara con ippopotami e coccodrilli in lontananza ed un'intera savana davanti a noi. Sembra di essere nel paradiso terrestre. 

Al termine del Safari acquisto di souvenir dalle donne masai. Crediamo tutti che si sia sparsa la voce  dell'arrivo di Maurizio in Kenya perché le venditrici circondano solo lui. Tutti pensiamo che da solo stia risollevando il PIL del Kenya. Poi viaggio di 4 ore verso Homa Bay per far visita al vescovo della diocesi stessa, che ci ospiterà per la cena e la notte. Arriviamo che è già buio. Il vescovo ci aspetta per cena per conversare e dialogare su possibili progetti futuri con Engim, tutto si svolge in un clima di allegria, al termine della cena le fanciulle di recheranno in convento per la notte mentre noi dormiremo in casa del vescovo con vista sul lago Vittoria. Buona notte a tutti.

 

23 febbraio 2017: "Giornata dedicata a Lorenzo Ghedi". 

Questa è la giornata dell'inaugurazione della scuola dedicata a te, Lorenzo Ghedi, nessuno di noi ti ha conosciuto personalmente ma grazie alla presenza di tuo papà Maurizio è come se tu fossi qui con noi. 

La mattina inizia presto, le ragazze ci raggiungono dal convento dove hanno dormito, facciamo colazione e si parte. Ci lasciamo alle spalle il lago Vittoria, tre ore di macchina  ci separano da Siongiroi. 

Il viaggio unisce, anzi l'Africa rende tutti più vicini, sia io che Adriana abbiamo figli che si chiamano Lorenzo, entrambi eravamo all'inizio un po’ imbarazzati nel nominarli, ma ora no, ti sentiamo vicino, ci sentiamo vicini ed il pronunciare il tuo nome non causa nessun rimorso. 

Arrivati a Siongiroi una splendida festa ci aspetta e 1300 fra studenti, insegnanti, genitori, personalità politiche ed un amico che arriva da lontano ci attendono. Don Richard è venuto appositamente per noi. 

La funzione ha inizio, durerà più di 4 ore, fra canti, balli e interventi vari il tempo trascorre velocemente, splendido il momento della vestizione masai di tutti noi muzungu, vedo i volti sorridenti di Maurizio, Paolo, David, Adriana e Verena. Fra stupore e sorpresa veniamo coinvolti attivamente nei balli mentre Richard riceve al posto nostro una mucca in segno di gratitudine. 

È inutile nasconderlo, il momento più commovente ed emozionante è stata l'inaugurazione. Si percepisce nell'aria qualcosa di strano, quasi mistico. Maurizio, dopo un breve discorso, prima scopre la targa e poi taglia il nastro d'ingresso alle aule. 

maurizio targa

Poi tutti a mangiare il pranzo della festa. Noi, tutti vestiti da masai, siamo l'attrazione del momento, si continua a ballare, a fare festa ed a far fotografie, tutti vogliono un ricordo di questa giornata, una foto che attesti il momento.

adriana

Siamo a casa, semplicemente. Tutto il pomeriggio passa così fra un saluto, una foto, una stretta di mano, un ciao. 

A seguire cena a casa con Richard e Christopher. Il bello è stare insieme. Questo è un viaggio! Questa giornata è un esempio di cosa si può fare. Nel 2010 non avrei mai pensato che potesse accadere tutto questo. Grazie Lorenzo. Grazie Maurizio, Antonia e famiglia, non ci sono parole o frasi che rendano appieno lo stato d'animo di chi c'era e di chi ci segue da lontano. Siete un esempio di cosa significa amare. Grazie. 

 

24 febbraio 2017: "Jambo Siongiroi". 

Oggi giornata di partenza, chiudiamo i bagagli con un po’ di sacrificio perché sappiamo che lasceremo un mondo a sé stante, personalmente l'addio a questo posto è sempre straziante, ma questa volta un po’ meno perché so che sarà solo un arrivederci temporaneo. 

Facciamo in fretta colazione e poi via alla scuola per l'incontro con i bimbi e ragazzi che l'associazione sostiene e per un ultimo saluto. 

Tutto avviene in maniera semplice e spontanea. Io, Verena, David e Maurizio stiamo seduti in cerchio a chiacchierare con tutti loro: 28 fra ragazzi e bambini, tutti molto imbarazzati ma nei loro occhi vi è la gratitudine verso coloro che li aiutano. Dopo un po’ di domande e risposte, ecco lo scambio delle lettere. Che felicità, pensate che abbiamo iniziato da niente ed ora grazie al sostegno a distanza tutto ha avuto un susseguirsi di progetti e sogni che il tempo e l'aiuto di persone vicine e lontane vede concretizzarsi. 

Facciamo l'ultimo pranzo a Siongiroi in sagrestia e poi si parte verso Kericho. 

Lungo la strada ci fermiamo per visitare una scuola professionale. Dalla sosta traiamo diversi spunti per i miglioramenti che vorremo effettuare. In noi è un'esplosione di idee e di proposte. 

Arrivati a Kericho visitiamo le immense piantagioni di the prima di arrivare dalla famiglia di Christopher. Tutti siamo contenti, che emozione camminare fra il the, non capita tutti i giorni di vivere dei momenti così. 

Dopo poco arriviamo dalla famiglia di Christopher, ci riservano sempre un'accoglienza fantastica. La cena, abbondante e gustosa, è presso un sacerdote della parrocchia dove è nato Christopher. Segue una serata di relax dove tutti ci lasciamo un po’ andare scherzando e ridendo. L'Africa unisce i cuori. ‘notte. 

 

25 febbraio 2017: "Terra rossa".  

Si avvia al termine questa avventura kenyota, chi è stato qui sa che il tempo trascorre piano piano (pole pole) ma a fine giornata ti trovi a ricordare i mille momenti e mille volti che hai visto. 

Sveglia alle 8.00, colazione e poi io, David, Maurizio e Paolo ci rechiamo in una scuola adiacente alla casa dei familiari di Christopher per visionare i laboratori ed i dormitori che vorremmo replicare a Siongiroi. Ovviamente 4 muzungu (uomo bianco) destano sempre tanto interesse da parte di ragazzi e ragazze, non so quante mani abbiamo stretto, quante volte ci hanno toccato le braccia ed i capelli, avremo 1000 e più foto con loro, foto tutte uguali ma tutte diverse, noi un puntino bianco contornato da centinaia di sfumature di nero. 

L'incontro ha sempre dei momenti fissi, prima la loro timidezza iniziale mista a sorpresa, poi un timoroso approccio ed a seguire un turbinio di gioia, domande e foto foto e foto... il distacco è sempre lungo; ci sono mani che ci trattengono e ci chiedono “stai ancora con me, ancora un attimo”, ed è lì che il tuo cuore si spezza, perché sai che questi momenti solo qui li potrai avere. 

Dopo, un altro arrivederci ci attende, David e Verena rimarranno qualche giorno a Kericho, desidero dire grazie a questi due ragazzi per tutto quello che fanno e per come siano riusciti in pochi mesi ad amalgamarsi ed ambientarsi in questa realtà che o la ami da subito oppure ti soffoca e distrugge perché troppo diversa, troppo forte, l'Africa è così. Questi ragazzi venuti dal Trentino, un po’ taciturni e solitari, alle volte essenziali nei loro gesti, hanno gettato il cuore oltre gli ostacoli, David ad esempio non è felice se a fine giornata non si è sporcato le mani, se non ha zappato l'orto, se non ha giocato con i bimbi, se non ha lavorato nella e per la scuola, cucinato e tante altre cose, Verena invece vive tutto pole pole, ma il suo viso si apre in un sorriso alla vista dei bambini, in un mondo dove le regole non esistono lei contabilizza, conta gli operai, segue i lavoranti e con passo silenzioso irrompe e squarcia la vita di tutti, tutti la cercano, tutti la vogliono, grazie "pili pili ho ho". 

Partiamo, molte ore di viaggio ci separano da Nairobi, fra piantagioni di the, terra rossa, zebre e scimmie che ti attraversano la strada ed i tanti villaggi che scorrono sempre simili dal finestrino arriviamo a Nairobi dopo quasi 8 ore, con piccole soste per mangiare e per sgranchirsi le gambe. Domani sera si parte, ma oggi siamo ancora qua, chissà cos'altro vivremo. 

Andiamo a cena con altri ragazzi italiani che lavorano a Nairobi, la serata trascorre gradevolmente. Mi addormento con il pensiero che domani si parte.

 

26 febbraio 2017: "Arrivederci." 

Siamo in aeroporto, si parte. Tanta voglia di ritornare a casa ma anche un po' di dispiacere. Sappiamo tutti che abbiamo gettato le basi per qualcosa di grande. Ognuno di noi porta dentro i segni di questo viaggio, breve ma intensissimo, sappiamo che è solo un arrivederci, un arrivederci che a breve porterà Christopher in Italia nel prossimo mese di ottobre, un arrivederci di operosità sia per la scuola professionale sia per il progetto acqua, un arrivederci, una carezza, un sorriso, un sole che scalda da dentro. 

Fra noi solo silenzio, ognuno metabolizza e pensa. Ognuno di noi ogni tanto si fermerà e rivivrà solo dentro di sé qualche momento passato qui. Si ricorderanno compagni di viaggio così diversi, si penserà ai due tirolesi - siongiroinesi che insieme riescono a dire otto parole in italiano, ad un mondo a colori, ad un mondo al rovescio. Grazie, e al prossimo racconto.

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